Ecco un racconto esilarante sulla vita dello scommettitore italiano medio.

A 14 anni inizia a parlare di scommesse sportive.

paghettaConosce tutti i giocatori della sua squadra del cuore, i nomi di tutte le squadre italiane e molte dei campionati europei.  Non ha ancora un lavoro naturalmente, ma sono più le ore dedicate allo studio machiavellico delle strategie per tentare il colpaccio che quelle sui libri di scuola. Ma si sa, sarebbe uno spreco non investire i soldi della paghetta di papà in qualcosa di redditizio! D’altra parte se lo sente nel sangue che lui non è uno sfigato e ben presto se ne renderanno conto anche i suoi amici quando arriverà trionfante con la bolletta vincente che lo renderà schifosamente ricco. L’ultima sua scommessa è stata indovinare il minuto e il marcatore del big match dei preliminari di Coppa Italia tra Benevento e Crotone. Vive il suo sogno con euforia: ha discusso con i suoi compagni di classe, si è confrontato anche con il nonno ed ha convinto suo cugino maggiorenne ad andare in agenzia per lui.

A 20 anni ormai entra ed esce dalla Snai senza problemi.

amici-barConosce tutti i nomi delle squadre, i moduli che usano gli allenatori più pagati e quanto guadagna ogni singolo fuoriclasse. Con gli amici del bar è un confronto quotidiano, hanno la dritta di Franco Schiattabanco che sa esattamente chi segnerà anche se a lui salta la giocata sempre per una. E’ un mago della bolla, ma è perseguitato dalla sfortuna.  “Minimo oggi facciamo 100€”. Dopo 8 ore di dirette sportive ha l’emicrania e un principio di attacco epilettico per tutte le partite viste in tv ed ha perso almeno 50€…e sempre per una. Il colpo di grazia che chiude definitivamente la sua breve e perdente giornata è stato quando aveva azzeccato tutte le partite, ma la signorina dell’agenzia tra una chiacchera e l’altra, con un sorriso, gli ha scambiato un 1 per un 2.

A 40 anni ha letto T. Harv Eker e Kiyosaki e continua a crederci per attrarre la ricchezza copiosa verso di se.

40-anni-ricchiOrmai conosce tutto, ha letto tutto, ha studiato statistica con suo zio e vuole fare il corso da allenatore a Coverciano. Qualche guru del betting gli ha confidato che conosce il metodo vincente al 120%, che se lo scoprono sarà bannato da tutte le agenzie di scommesse del mondo e che gli prenderanno il cane in ostaggio ma lui, senza macchia e senza paura, gli darà le dritte vincenti conscio del pericolo che sta correndo. Paga una retta mensile per avere le bombe direttamente sul cellulare ogni giorno. Purtroppo ha una famiglia ed un lavoro e non può seguirle 24h su 24h e quando ci riesce pizzica proprio la dritta sbagliata. Lo sanno tutti non si può vincere sempre, tranne il guru: lui ha già comprato casa, barca, macchina nuova e pagato il riscatto del cane.

A 60 anni è stanco di andare in agenzia ed un po’ si vergogna pure di farsi vedere lì.

60-anni-giocoHa scoperto che Luciano, che ai tempi della scuola veniva soprannominato “Lucio Briatore” ha aperto un’agenzia di scommesse al centro del suo paese, adesso finalmente abbiamo una talpa all’interno del sistema, adesso finalmente si vince. Apre un conto online, è più comodo, più veloce e più facile all’agenzia di Luciano, gli ha pure dato un bonus del 200% sul primo deposito. Capitale pronto, talpa pronta e dito sul mouse sempre attento. Si inizia bene, due bollette da 50€ prese, la ruota finalmente sta girando ed è ora di passare alla cassa. La terza è persa ma ci può stare, nessuno vince sempre, è la regola di ogni mercato. Con la quarta recuperiamo tutto. Invece salta la quarta, la quinta?…il capitale è dimezzato, Lucio non si può esporre troppo, lui è solo un dipendente, quelli sopra di lui vogliono essere felici del suo lavoro per cui ogni tanto deve dare la dritta sbagliata. Niente, persa anche la talpa ma non è colpa sua, è colpa del Sistema.

A 80 anni è stufo di tutto e di tutti. Il calcio l’ha stancato, il pallone è sempre tondo ma è diventato troppo pesante anche per la testa.

80-anni-scommettitore

I soldi della pensione li tiene liquidi sul conto, si rende conto di aver sempre ricercato passivamente il colpaccio spaccabanco, proposto da qualche mago del betting, anziché concentrarsi in prima persona su come gestire al meglio i propri soldi. Si rende conto di avere sempre pensato ai soldi come ad un fine, non come a un mezzo per raggiungere i suoi obiettivi di vita (vivere di rendita in pensione, avere un capitale per i figli o poter fare qualche acquisto importante). Non vuole fare il conto dei soldi che ha buttato inseguendo le varie opportunità, offerte e mode del momento e delegando ciecamente a ‘O Schiattabanco e a ‘O Briatore, perché ha problemi di cuore.

Esilarante, vero?

Mi auguro che questa pantomima della vita dello scommettitore medio ti abbia fatto fare almeno una risata. Una risata amara a dire il vero, dato che la realtà non è così lontana da quanto ti ho appena raccontato. Se ci si sofferma a riflettere SERIAMENTE sulle motivazioni che inducono un essere umano a svalutarsi in questo modo e a dilapidare il suo denaro in scommesse inutili, mi vengono in mente tante cose.

Una di quelle che pesa sicuramente di più è l’assenza di una qualsiasi forma di consapevolezza finanziaria. D’altra parte, non è una novità: l’Italia è il paese finanziariamente più ignorante di tutta Europa, il fanalino di coda delle statistiche internazionali.

Ecco che in casi come questi, vale e conta l’iniziativa individuale. Quello che stiamo vivendo è un tempo in cui le Istituzioni non hanno assolutamente il polso delle principali problematiche sociali e, quindi, se si vuole fare e ottenere qualcosa di diverso è fondamentale partire da noi stessi.

E’ necessario formarsi.

Bada bene che:

  • La formazione, quella vera, non è un concetto astratto come quella proposta nei banchi di scuola.
  • La formazione ha e deve avere un risvolto concreto, pratico ed essere fruibile nella vita di tutti i giorni.
  • La formazione deve essere un ponte di passaggio dalla teoria alla pratica.

Questo è il vero senso della formazione. PER ME.

Io insegno e faccio formazione in un ambiente molto complesso come quello del betting, dove il livello di istruzione finanziaria è spesso pari a zero. Così come talvolta è pari a zero il livello di consapevolezza emotiva.

Ma il mio sguardo è sempre andato oltre perché io vedo anche l’altra faccia di questo mondo. Quel minuscolo puntino luminoso pieno di opportunità e libero dalle dipendenze.

Quel microcosmo in cui si guadagna prestando cura e attenzione non solo al proprio capitale, ma anche e soprattutto alla propria autostima.

Ti assicuro che non è facile portare messaggi di questo genere in un ambiente fatto più da scuri che da chiari. In passato mi sono chiesto più volte se ne valesse davvero la pena. Oggi non me lo chiedo più.

Perché?

Perché mi fa davvero felice sapere che quello che offro è e può diventare uno strumento di libertà finanziaria, ma anche di liberazione dalle dipendenze emotive del gioco. Accade quando si diventa consapevoli. E anche se fosse una sola persona su mille che ne ha tratto beneficio, per me ne sarà valsa la pena.

Incontrare persone che scommettono soprattutto su loro stessi è come un balsamo e da un grande senso a quello che faccio.

Bet on you & Stay Tuned!