Come sfatare l’associazione mentale fra i non addetti ai lavori

Nel senso comune si tende ad attribuire alle scommesse sportive un valore prevalentemente negativo. Anche nelle conversazioni più banali, il betting richiama istantaneamente alla mente forme patologiche di dipendenza, anzi l’associazione mentale scommesse = dipendenza si può dire è quasi immediata, soprattutto fra i non addetti ai lavori.

Le convinzioni negative sulle scommesse sono molto radicate. Te ne sarai sicuramente accorto dato che magari ti sarà capitato di sentire che le scommesse sono solo un modo per perdere soldi oppure di sentirti giudicato negativamente quando comunichi a qualcuno di essere uno scommettitore.

Il fatto è che le persone tendono a considerare i better – nel migliore dei casi – come dei sognatori che si affidano alla fortuna, oppure  – nella peggiore delle ipotesi – come dei deviati con una dipendenza da gioco compulsiva.

Dipendenti patologici o sognatori: queste percezioni sui better sono delle convinzioni sociali?

Tralasciando i casi in cui la dipendenza da gioco è una vera e propria patologia clinica, la risposta è, in entrambi i casi, si.

La maggior parte delle persone considera le scommesse come un gioco invece che una forma di investimento. Una delle convinzioni sociali più radicate è che da un gioco non si possa trarre profitto. Paradossalmente reputa la Borsa un investimento e non un gioco, quando queste due realtà – di fatto –  sono, in linea di principio, assolutamente uguali. Anzi, le scommesse hanno l’indubbio vantaggio di offrire soddisfazioni più immediate e questo non solo dal punto di vista economico.

L’accezione negativa del mondo delle scommesse sportive trova una sua giustificazione anche a causa di una serie di comportamenti comuni fra gli scommettitori più incalliti. Vediamone un paio.

1. Voler vincere subito grosse somme con giocate insensate e con basse probabilità di successo

Pensare di poter vincere subito grosse somme effettuando delle giocate assolutamente insensate e con una bassa probabilità di successo (ad es: pensare di vincere 300 euro con una puntata da 2 euro). E’ risaputo che questa modalità operativa non ha alcuno spessore strategico. Anzi, nel breve periodo, questo modus operandi ha dei risvolti psicologici negativi, può essere fonte di delusione e bruciare il budget disponibile in pochissimo tempo. Credere di fare il cosiddetto colpaccio confidando su giocate multiple remunerative è probabilisticamente insensato soprattutto se si considera che, in genere, le multiple vengono spesso mancate anche solo per 1 o massimo 2 risultati errati. Senza contare il fatto che con questa tipologia di giocata non sempre si recupera il denaro speso: in linea di principio vale la regola “poco, subito e frequente è meglio di tanto, ma raramente”.

2. Aspirare a fare il colpaccio anche dopo innumerevoli scommesse perdenti

Anche nell’ipotesi in cui si riesca a fare il cosiddetto colpaccio, bisognerebbe valutare l’ammontare di denaro dilapidato, cioè dopo quante scommesse perdenti si è giunti a questo risultato. Proprio per questo motivo, è sempre auspicabile tenere traccia delle operazioni effettuate in un prospetto excel (foglio di calcolo) o, in alternativa, tenere un diario con la cronistoria delle puntate effettuate. Questa abitudine è un pilastro basilare per qualsiasi strategia poiché consente di avere un’idea chiara del numero delle puntate vincenti/perdenti e di monitorare l’andamento del budget disponibile.

dea-bendata

Questi due semplici esempi mostrano come effettivamente numerosi scommettitori non seguano un metodo o una strategia nella gestione del loro betting, ma si limitino a rincorrere la chimera della Dea bendata senza nessuna logica. Ovviamente un approccio di questo genere si limita a fornire al better una falsa euforia per la vincita del momento, ma non ha alcuna utilità economica nel medio periodo.

Quali nuove convinzioni è necessario consolidare per essere profittevoli?

Chi vuole essere profittevole come better professionista deve sviluppare un approccio analogo a quello di un qualsiasi altro investitore. L’elemento comune tra l’investitore e il better professionista – oltre alla ricerca di un adeguato margine di profitto – risiede nello stretto controllo della quantità di denaro che si è deciso di investire. Senza questo controllo qualunque momento favorevole, nell’investimento come nel gioco, finisce con l’essere sprecato, in tutto o in parte, dall’arrivo di una fase sfavorevole.

Sviluppare un approccio strategico di questo genere è pagante non solo a livello individuale, ma anche a livello sociale. Se anche una sola minima parte di coloro che scommettono seguisse le strategie proposte nel corso Bet Healing si modificherebbero nel tempo le credenze limitanti che circolano sul mondo delle scommesse e ne verrebbe positivamente revisionata l’idea collettiva.

Come vedi i motivi per cambiare prospettiva sono tanti, utili a te, ma anche al sistema. E tu che vuoi fare? Non pensi che sia arrivato il momento di fare un salto di qualità?

Scommetti sulla tua Energia!